Ferma

“It must have been love

Buy it’s over now

Lay a whisper

On my pillow…”

Zoe si aggirava distesa, calma, nel reparto surgelati. La musica nella sue orecchie e la voce di Roxette nella testa. Canticchiava. Chi aveva voglia di mettersi a cucinare una volta rincasata da lavoro?

“Pizza express salamino verace €3,50” lesse ad alta voce. Quella sera necessitava di una golosità.

Aprì la porta frigo ed estrasse il cartone della pizza.

“Aaaah!”

“Ahhaah!”

Zoe arrestò la musica dal suo cellulare per cercare di afferrare il significato di quelle improvvisa grida. Stava cercando di captare qualcosa quando intravide tra le corsie delle mosse leste, fulminee.

Dei ragazzi correvano nella sua direzione cercando di disperdersi. Urlavano parole confuse. Una donna piangeva. Un ragazzo incespicò e cadde poco più in là.

Uno sparo. Zoe impallidì. Il telefono le scappò di mano. Atterrò sul pavimento emettendo un suono pungente, acuminato. La sua cena si riversó sullo stesso.

Ad un tratto una scena inverosimile. Improbabile. Illogica. Ma vera.

Una coppia di uomini visibilmente contrariati agitavano in aria una pistola mentre esortavano con l’ausilio di parole minacciose il cassiere. Zoe si accucciò velocemente a terra cercando di recuperare il telefono caduto poco più in là.

Ad un certo punto lo trovó. Allungando la mano per afferrarlo urtò qualcosa. Era nero, lucido e robusto. Uno scarpone. Il cuore le si fermò in gola. Raccolse tutto il coraggio che aveva per alzare lo sguardo sopra di sé. Uno degli uomini mascherati stava lì: svettava sopra di lei. Calciò via il cellulare. La fissò con occhi gelidi, grandi, scuri. Indirizzò l’arma verso di lei. In quell’istante Zoe non avvertì più nulla attorno a sé. Il cuore le martellava nel petto. Le sue pulsazioni avevano creato una sorta di schermatura tutt’attorno. Sentiva solo le orecchie lederle e la testa comprimerla sempre più. La vista le si annebbiò. Sopra di lei, il volto quasi del tutto coperto dell’uomo le appariva pixellato. Indistinguibile. Irriconoscibile. Vago.

L’uomo spinse verso l’alto il caricatore perché Zoe fu quasi certa di aver sentito un -click- piuttosto forte, inconfondibile. Levò la sicura abbassando la levetta nella parte alta e posteriore della pistola.

Il movimento metallico che seguì fu quello della parte superiore dell’arma tirato indietro per caricare la canna con le munizioni.

Passò un lasso di tempo incommensurabile.

Un urlo dietro di lei. Sembrava quello di un ragazzino. Straziante. Lacerante. Zoe rimase impietrita. Non riuscivano ad uscirle versi dalla bocca. Aveva poca saliva. La bocca asciutta. Le corde vocali dovevano essersi paralizzate. L’uomo prese la mira. Tirò verso di sé il grilletto. Zoe strinse i pugni e chiuse gli occhi. Nella sua testa il buio.

Si udì uno sparo.

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